Quadri clinici del tutto o in gran parte sovrapponibili a quelli del Disturbo Ossessivo Compulsivo insorto “spontaneamente” possono manifestarsi in seguito all’assunzione o all’interruzione dell’assunzione/astinenza di alcuni farmaci o sostanze psicoattive oppure in concomitanza con specifiche condizioni cliniche, per lo più di natura neurologica (demenze, malattia di Parkinson ecc.) o, comunque, con ripercussioni a livello del sistema nervoso centrale (infezioni ecc.).
Il DSM V sottolinea questa similitudine inserendo nel capitolo dedicato al Disturbo Ossessivo Compulsivo i pazienti con questo tipo di disturbi, precedentemente classificati dal DSM IV nel sottogruppo dei pazienti affetti da disturbi d’ansia con “sintomi ossessivo-compulsivi”.
Tra i farmaci e le sostanze che possono indurre quadri analoghi al Disturbo Ossessivo Compulsivo vanno ricordati, in particolare, le anfetamine e altri farmaci neurostimolanti (compresi gli analoghi della dopamina, utilizzati per il trattamento della malattia di Parkinson) e la cocaina. Anche metalli pesanti (piombo, mercurio, ecc.) e tossine ambientali direttamente o indirettamente attive a livello del sistema nervoso centrale possono indurre sintomatologie analoghe a quelle del Disturbo Ossessivo Compulsivo, in relazione alla tossicità intrinseca, all’intensità dell’esposizione e alla sensibilità individuale. Per stabilire che è presente un Disturbo Ossessivo Compulsivo correlato all’uso di farmaci o sostanze è necessario evidenziare una chiara relazione tra assunzione/interruzione del farmaco/sostanza e l’insorgenza dei sintomi ossessivo-compulsivi. Nelle persone in terapia farmacologica per la cura di una malattia specifica va differenziato se a scatenare il Disturbo Ossessivo Compulsivo sia la terapia assunta o la condizione clinica di base che ne ha motivato la prescrizione. Oltre che essere indotto/slatentizzato da malattie “organiche”, il Disturbo Ossessivo Compulsivo può manifestarsi in associazione o come complicanza di un’altra patologia psichiatrica, in particolare quelle afferenti allo spettro dei disturbi d’ansia, dei disturbi del comportamento alimentare (soprattutto, l’anoressia) e della schizofrenia.
Riconoscere un farmaco/sostanza o una condizione clinica specifica all’origine dei sintomi di disturbo ossessivo compulsivo è fondamentale per impostare un trattamento adeguato. In tutti casi in cui sia possibile, l’esposizione alla sostanza scatenante il Disturbo Ossessivo Compulsivo dovrà essere sospesa e il farmaco sostituito con alternative meglio tollerate oppure se ne dovrà ottimizzare il dosaggio in modo da bilanciare obiettivi clinici ed effetti collaterali. Qualora non vi siano rimedi alternativi efficaci per il controllo della patologia di base e più innocui sul piano psichiatrico, sarà necessario individuare trattamenti farmacologici mirati, in grado di attenuare i sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo senza interferire eccessivamente con il quadro clinico generale e con il controllo della patologia specifica.
La scelta dell’approccio da utilizzare è diverso da paziente a paziente, in relazione alla condizione clinica presente, alle terapie assunte, al tipo e alla severità delle manifestazioni psichiatriche, all’età e allo stato di salute complessivo.