Il disturbo da ruminazione viene diagnosticato in persone prive di patologie a carico dell’apparato digerente che, subito dopo aver mangiato, sperimentano il rigurgito del cibo appena assunto, che viene, quindi, rimasticato e ri-deglutito (e in parte digerito) oppure eliminato. Per emettere la diagnosi specifica il fenomeno deve manifestarsi pressoché quotidianamente per almeno un mese, a prescindere dal tipo e dalla quantità di alimenti assunti, senza che siano presenti nausea o vomito spontaneo, né disgusto nei confronti di quanto ingerito. Il disturbo da ruminazione può manifestarsi in associazione a un’altra patologia psichiatrica (per esempio, il disturbo d’ansia generalizzata), ma la diagnosi viene meno se i sintomi compaiono in persone affette da anoressia, bulimia, disturbo da binge eating o disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo.
Sintomi caratteristici del disturbo da ruminazione
Il disturbo da ruminazione può manifestarsi in qualunque momento della vita, fin dall’epoca neonatale. In quest’ultimo caso, il disturbo può essere riconosciuto dai movimenti del bambino, che dopo i pasti si stira inarcando la schiena e portando la testa all’indietro, mentre esegue movimento di suzione con le labbra e la lingua. Il bambino con disturbo da ruminazione può dare l’impressione di trarre piacere da questa attività oppure presentarsi nervoso e irritabile, a causa della sotto-alimentazione e della fame conseguente. In genere, il disturbo si associa a uno scarso incremento di peso, soprattutto quando il rigurgito è frequente e seguito da eliminazione.
I bambini più grandi e gli adolescenti possono cercare di nascondere il disturbo da ruminazione (anche ai genitori), isolandosi dopo i pasti, evitando di mangiare in pubblico o prima di situazioni che prevedano l’interazione sociale o fingendo di tossire o di nascondere in qualche modo la bocca mentre si verificano il rigurgito e la ruminazione.
Fattori di rischio del disturbo da ruminazione
Il disturbo da ruminazione può insorgere in qualunque momento della vita, di norma in concomitanza con difficoltà affettivo-relazionali (in particolare, del bambino con i genitori), situazioni stressanti o un ambiente psicosociale negativo, ma tende a essere più frequente nell’infanzia e nell’adolescenza. Il decorso può essere più o meno prolungato. Le forme lievi tendono a risolversi spontaneamente. Tuttavia, il disturbo da ruminazione non va trascurato a causa della possibile malnutrizione, anche grave, che può conseguirne, con effetti negativi a lungo termine sullo sviluppo fisico, psicologico e intellettivo.